La tastiera

La tastiera è forse la parte più importante della chitarra, non fosse altro che è dove mettiamo le dita per ottenere i suoni.

Essa è divisa in tasti, porzioni della stessa delimitati dai frets,barrette di metallo sulle quali appoggiano le corde quando le premiamo con le dita della mano sinistra.

Questa suddivisione ovviamente non è casuale, ma segue regole precise.

Essa è ottenuta dalla divisione della lunghezza vibrante della corda (diapason), fatta in modo che ad ogni tasto corrisponda una diminuzione della stessa pari all’aumento di frequenza della nota prodotta di un semitono.

Capito niente ?

Ci riprovo : la lunghezza vibrante (misurata dal nut alla selletta del ponte di ogni corda) è quella della "scala" della chitarra.

Così Fender adotta di solito la scala di 25"1/2, Gibson 24"3/4, PRS 25", etc.

Cioè (usiamo le PRS per facilità di calcolo) tra il nut e il ponte ci sono 25 pollici, circa 64 cm.

Se dimezziamo questa lunghezza, premendo la corda all’ottava (cioè al 12° tasto), per le leggi della fisica ciò produrrà una frequenza doppia di quella di partenza.

Ad esempio se premiamo la quinta corda (quella del LA, ) al 12° tasto, avremo una nota che ha una frequenza doppia, cioè la stessa nota (sempre un La) ma un ottava più alta.

Se procediamo con altre opportune suddivisioni, otterremo tutte le note della scala.

Sarebbe bello andare avanti a dividere per due, ma le note sono sette, e i semitoni di un’ottava sono dodici.

Quindi bisognerà dividere la tastiera

in tanti spazi, dimensionati in modo che premuti successivamente diano ognuno un incremento (o decremento) di un semitono.

Avrete notato che i tasti sono tutti differenti, in particolare tra il nut e il primo tasto c’è la distanza maggiore, tra il 1° e il 2° un po’ meno, tra il 19° e il 20° neanche la metà : cioè la distanza tra i frets partendo dal nut e scendendo verso il ponte è decrescente.

Di questo dobbiamo ringraziare chi ha deciso che per noi occidentali la musica andava fatta

con scale di dodici semitoni : e ci è andata bene, perché gli studiosi di musica etnica ben sanno che esistono scale con suddivisioni ben più catastrofiche. Avete mai visto un sitar?

Stabilito che il posizionamento dei "tagli" dei frets non è roba da principianti, e deciso quindi di comprare un blank già "slotted", resta da vedere quali caratteristiche questo debba avere.

Anzitutto il radius, la curvatura della sezione della tastiera.

Le prime Fender avevano tastiere molto bombate, (radius 7-1/4"), quelle attuali molto meno, anche 12". I modelli speciali si attestano intorno ai 9". Le Gibson di solito hanno un radius di 12", le acustiche arrivano a 14" e più.

Cosa significa tutto questo ?

Oltretutto l’ultimo grido in fatto di tastiere sono quelle "radiused", o a profilo conico, che partono dal nut molto bombate , per finire in fondo quasi piatte.

Il fatto è che la tastiera bombata facilita il posizionamento delle dita negli accordi, mentre quella piatta facilita i fraseggi solistici.

Ecco allora che nelle tastiere a profilo conico la zona dei primi tasti , dove di solito si fa accompagnamento, è bombata, e la zona in fondo al manico, dove di solito si fanno gli assoli, è molto meno incurvata.

Le tastiere a profilo cilindrico da 9" a 12" sono un compromesso fra le due esigenze, e per i nostri scopi saranno quelle su cui far cadere la scelta.

Circa al materiale, cioè il legno di cui è costituita, tradizionalmente la scelta si fa tra ebano, palissandro ed acero.

L’ebano è il più pregiato (i violini hanno tastiere di ebano, ovviamente quelli di liuteria, non quelli cinesi da pochi denari).

Fornisce tastiere dure, rigide, durevoli,scorrevoli, proprio come deve essere una tastiera.

Purtroppo costa, rispetto ad acero e palissandro, dal doppio in su.

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