Continuate allegramente a tre mani per giorno, anche se avete letto che la vernice deve essere sottile per non strozzare il suono.

Il fatto è che delle tre mani giornaliere rimane ben poco, visto che l’indomani con la carta vetro almeno due se ne vanno.

 E dal momento che ,quando si spruzza, sul pezzo ne andrà si e no il 10%(il resto purtroppo va nell’aria), capite che per avere una buona verniciatura dovrete comprare parecchie bombolette.

Se avete in previsione di fare altri strumenti, non sarà sbagliato pensare all’acquisto di compressore e pistola, che, oltretutto, possono servire per altri scopi.

 I sacri testi americani dicono che ci vogliono almeno 8/10 mani (8 per un vintage look, la famosa “vernice sottile”), quindi, tra quello che  spruzzate e quello che togliete con la carteggiatura, vedete un po’ voi quanta vernice vi ci vorrà e tirate le somme.

Aggiungo che quelli bravi fanno il lavoro con 9 bombolette, ma credetemi, è un record.

Quando, a vernice ben asciutta (cioè una mattina dopo che ha riposato per tutta la notte), cominciate a vedere chiaramente la vostra immagine riflessa, date ancora una mano e fate seccare almeno una settimana.

In caso di alcune waterbased, che ovviamente non ci sono in bomboletta spray, basta una notte.

Se siete ben sicuri che è tutto secco, carteggiate con mano leggera ad acqua con la 1200.

Non usate la carta al silicone, un domani, più esperti, potreste voler riverniciare lo strumento, e allora avreste dei guai .

Il silicone è famoso tra i verniciatori, è subdolo, salta fuori quando credete di averlo eliminato sotto forma di crateri che alzano la vernice, impedendole di aderire a qualsiasi superficie, comunque la prepariate.

Attenti anche a bandire dalle vostre mani e dai prodotti che usate qualunque prodotto che contenga silicone.

Sui prodotti americani, tipo i polish da chitarra, è specificato esplicitamente che non ne contengono.

Passata la settimana, che avrete trascorsa

 

immagino nella più totale impazienza e timore di insuccessi clamorosi, è il momento di consolidare quello che avete fatto fin qui.

 

Cominciamo la lucidatura.

Fatta la carteggiatura ad acqua appena citata, asciugate bene con un cencio di cotone bianco e pulito : non dovrà ovviamente rimanere nel panno alcuna traccia di colore, se no vorrà dire che lo strato di trasparente non era sufficiente o che avete carteggiato con mano pesante.

E’ difficile dire ,in materia di carteggiatura, cosa è pesante e cosa è leggero : grosso modo la pressione da esercitare per una carteggiatura “leggera “ è un po’ meno di quella che fate sul rasoio quando vi radete senza tagliarvi.

Se c’è tra i coraggiosi lettori qualche signorina (in America, ma anche in Italia ci sono ottime liutaie), mi scriva pure, le manderò un paragone “custom” tutto per lei.

Tornando al paragone barbitonsorio che mi piace sempre di più, quando vi tagliate, per aver premuto troppo, mettete un cerotto e finisce lì.

Quando invece portate via troppa vernice, sempre per aver avuto la mano pesante, dovrete ricominciare quasi daccapo, perdendo, a seconda degli stadi di avanzamento da uno a tre o più giorni di lavoro.

Questo perché lo strato di vernice deve essere regolare, se ci sono zone dove è più spesso o più sottile si vede parecchio.

Asciugata bene l’acqua della carteggiatura, procuratevi almeno due ( meglio tre ) polish adatti a quella vernice, uno abrasivo medio, uno leggero e uno leggerissimo.

Cominciate imbevendo uno straccetto di cotone bianco, assolutamente pulito e spolverato, del polish più abrasivo, e a piccole zone, passatelo con movimento leggero e rotatorio su tutto lo strumento, togliendolo con un panno umido prima che secchi del tutto.

Fate una piccola porzione per volta, se no mentre lo passate in un punto, secca dall’altro.

Poi ripetete l’operazione con polish a taglio più dolce e poi, se l’avete, con quello supermild.

Finite con panno e polish da chitarra e ammirate.

 

Sbalorditevi pure,siete stati proprio voi !

 

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