Un altro ponte famoso, che non riguarda però le bolt-on,è quello tipo Gibson, che si trova su Les Paul , SG e altre elettriche , anche semiacustiche.

Composto di due pezzi, il tailpiece (attaccacorde), regolabile in altezza per variare la pressione delle corde sul bridge propriamente detto, che porta sei saddles regolabili in lunghezza individualmente. La regolazione in altezza si fa  alzando o abbassando gli studs, “vitoni”che alzano il ponte da una parte o dall’altra .

Poi , negli ultimi 50 anni, sono apparsi sul mercato diversi altri tipi di bridge, qualcuno geniale, altri un po’ avventati e poco funzionali, ma i tre citati sono sopravvissuti fino a noi e sono tutt’ora i più apprezzati, non fosse altro che hanno accompagnato e contribuito a creare la storia del rock.

Recentemente (si fa per dire, diciamo negli ultimi 10/15 anni) sono apparsi sul mercato altri ponti, a volte rivoluzionari,come il tremolo Floyd Rose , il Kahler e derivati, a volte più classici ma nel contempo innovativi, come gli Schaller su cuscinetti, i tremolo Wilkinson col blocco, etc.

Data la difficoltà nel montare il Floyd e simili, e visto che è la vostra prima chitarra,fossi in voi mi terrei più sui classici, riservando ad un secondo intervento l’esplorazione delle “nuove frontiere”.

Vedrete che avrete da penare abbastanza anche così!

 

Le parti elettriche.

 

Abbiamo già accennato a pots, switches, capacitors e avremo occasione di parlarne ancora quando faremo il “cablaggio” , cioè l’impianto elettrico alla nostra chitarra.

 

 

 

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